Caffè e Salute – Il caffè attiva i geni del risveglio?
Anzichè accendere la moka di caffè mentre ci si lava la faccia in bagno, è meglio rimanere in cucina a gustarsi l’aroma che si diffonde nell’aria, perché ci fa svegliare e attiva il nostro cervello più velocemente.
Potrebbe essere la realtà se il cervello dell’uomo avesse comportamenti simili a quello dei topolini.
Spiega Yoshinori Masuo dell’Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia Avanzata di Tsukuba (Giappone), che il profumo del caffè è sufficiente ad attivare un certo numero di geni preposti al risveglio, ottenendo una risposta simile a quella della caffeina presente nel caffé.
Gli esperimenti si sono svolti su 30 topolini: metà sono stati lasciati dormire, agli altri è stato negato il sonno per un’intera notte.
Ad alcuni di questi ultimi poi, è stato fatto odorare l’aroma del caffé. I ricercatori poi, hanno confrontato lo stato di attenzione delle cavie alle quali era stato impedito di dormire e che desideravano tanto farlo, ma che avevano odorato l’aroma del caffè, con quelli che, invece, assonnati anch’essi per non aver dormito, non avevano sentito il profumo.
Lo studio ha permesso di scoprire che nei primi i geni che si risvegliano dopo il sonno avevano un’attività fisiologica molto elevata, simile a quelli dei topolini che avevano dormito del tutto normalmente.
In quelli tenuti svegli, ma senza averli esposti all’aroma del caffè, l’attività dei geni del risveglio era, invece, nulla.
Spiega Masuo: “Al momento nessun esperimento è stato eseguito sull’uomo, ma si apre una strada importante, perché se il cervello umano dovesse reagire come quello dei topolini, è ipotizzabile pensare alla produzione di profumi che tengano viva l’attenzione delle persone che lavorano in luoghi di alta responsabilità”. Come i controllori di volo o gli addetti alle centrali nucleari.
LE CARATTERISTICHE DEI DIFFERENTI CHICCHI
Le aree geografiche in cui vive la pianta del caffe’ sono numerose.
Pertanto le caratteristiche di base degli oli e dei grassi che costituiscono l’aroma dei chicchi cambiano secondo la temperatura, il grado di umidità e il terreno in cui essi crescono.
CARAIBI E AMERICA CENTRALE
Qui prevale l’Arabica sottoposta al metodo Lavati.
L’Arabica Lavati risulta:
– acidula
– poco corposa
– molto aromatica
In: Porto Rico, Cuba, Haiti, Giamaica, Santo Domingo, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Salvador, Nicaragua.
AMERICA DEL SUD
Qui vi è la presenza di Arabica Lavati e Naturali.
L’Arabica Lavati risulta:
– acidula
– poco corposa
– molto aromatica
In: Colombia, Venezuela, Perù, Bolivia.
L’Arabica Naturali si produce solo in Brasile e risulta:
– da neutra a dolce a seconda della provenienza e della tipologia del caffè
– mediamente corposa
– equilibrata
ASIA
Vi è una concentrazione cospicua di Robusta Lavati tipicamente:
– forte
– corposa
– cioccolatata
In: Java, India, Indonesia, N. Guinea.
Vi è una buona presenza di Robusta Naturali:
– forte
– molto corposa
– legnosa
In: India, Indonesia e Vietnam.
Vi è una presenza minima di Arabica naturali
– da neutra a dolce a seconda della provenienza e della tipologia del caffè
– mediamente corposa
– equilibrata
La Coffea arabica è presente esclusivamente in India.
AFRICA
è presente l’Arabica Lavati, tipicamente:
– acidula
– poco corposa
– molto aromatica
In: Etiopia, Kenya, Tanzania, Burundi e Zimbabwe.
Solo in Etiopia è presente l’Arabica Naturali:
– da neutra a dolce a seconda della provenienza e della tipologia del caffè
– mediamente corposa
– equilibrata
La qualità Robusta Naturali è tipicamente:
– forte
– molto corposa
– legnosa
In: Uganda, Camerun, Congo, Togo e Costa D’Avorio.
CAFFE’ E SALUTE – Il caffè può contribuire al benessere dell’organismo
?Consumato in dosi moderate e con costanza quotidiana, il caffè ha dimostrato di essere un aiuto importante nella prevenzione di patologie metaboliche e neuro degenerative. La sua presenza, quindi, all’ interno della dieta di ogni giorno non solo influenza positivamente la sfera emotiva della persona ma può contribuire al benessere dell?organismo? ha affermato il dottor Andrea Poli, Direttore Scientifico di NFI, Nutrition Foundation of Italy ? il Centro Studi dell?Alimentazione. ?Grazie soprattutto al contenuto naturale in acidi clorogenici, il caffè, anche decaffeinato, è tra le fonti dietetiche più abbondanti di antiossidanti. Il suo consumo permette di assumerne quantità significative, con favorevoli implicazioni sulla nostra salute? ha concluso Andrea Poli.
(FONTE: UFFICIO STAMPA NFI 2008)
Maturazione delle drupe
La pianta del caffè possiede una caratteristica sorprendente: la presenza sullo stesso ramo di fiori e frutti a diverso stadio di maturazione.
Per questo motivo la raccolta manuale, letteralmente bacca per bacca, detta ?picking? è l?unica in grado di garantire una prima selezione delle bacche che porta solo quelle a perfetta maturazione verso i successivi stati di lavorazione.
Il metodo ?picking? è, ovviamente, molto costoso e viene adottato esclusivamente per i caffè di pregio.
Ciclo di vita pianta caffè
Il chicco verde di caffè seminato nella terra germina dopo 6 ? 8 settimane. Solo dopo 3 o 4 anni avrete il piacere di vedere fiorire la pianta, e il primo raccolto potrà avvenire soltanto al termine di 4 ? 5 anni.
La pianta del caffè vive 50 anni circa, ma la vita delle piante sfruttate in modo intensivo non supera i 30 anni circa.
Maragogype
I frutti del caffè si chiamano drupe, contengono in genere due chicchi emisferici, assumono colorazioni diverse a seconda del grado di maturazione.
Sono pronti per essere colti circa 6 -8 mesi dalla loro formazione.
Alcune drupe, in particolare quelle alla sommità della pianta contengono un solo chicco di caffè, dalla forma arrotondata; questi particolari chicchi, detti caracolli, sono molto apprezzati e ricercati per le loro caratteristiche di gusto.
Alcune varietà di caffè centro-americane hanno percentuali di caracolli che arrivano al 30%.
Esiste anche una varietà “gigante” di chicco di caffè.
Questa viene detta “chicco elefante” o Maragogype ed è oggetto di particolare selezione.
Si trova, in particolare, in varietà centro-americane di caffè e viene anche utilizzata per incroci volti ad ottenere da alcune piante chicchi di dimensioni più generose.
Fioritura del caffè
La fioritura della pianta del caffè è uno spettacolo meraviglioso.
Basta un forte acquazzone tropicale e due o più volte l’anno, a seconda della varietà, la pianta si copre di una miriade di fiori bianchi, dal profumo delizioso e dolcissimo, come quello del gelsomino.
Dopo 24 ? 36 ore dalla fioritura i petali cadono e inizia a formarsi il frutto del caffè, detto drupa.
CELLULA
Una delle caratteristiche della caffeina è quella di attraversare con grande facilità le membrane cellulari del nostro organismo; ciò implica che subito dopo averla assunta la caffeina si trova già in ogni singola cellula del corpo.
Quasi nessun medicinale riesce a fare altrettanto, la sua permeabilità è veramente eccezionale.
Il caffè aiuta la memoria: cinque al giorno possono prevenire l’Alzheimer
Uno studio pubblicato dall’Institute for Scientific Information on Coffee (Isic) rivela che la caffeina riduce del 20% rischio di contrarre la patologia
Bere dalle tre alle cinque tazze di caffè al giorno comporta una riduzione fino al 20% del rischio di ammalarsi di Alzheimer. Lo riporta uno studio pubblicato dall’Institute for Scientific Information on Coffee (Isic). Il merito andrebbe attribuito da un lato alla caffeina, che previene la formazione delle placche amiloidi nel cervello, e dall’altro ai polifenoli, che aiutano a ridurre l’infiammazione.
A confermare questi risultati è anche una ricerca condotta da un team di scienziati della Johns Hopkins University coordinato dal dott. Michael Yassa e pubblicata su Nature. Secondo le analisi, la caffeina avrebbe un effetto positivo sulla memoria a lungo termine, riuscendo a rinforzare i ricordi anche a distanza di 24 ore dal consumo. Il dott. Yassa spiega: “l’effetto di potenziamento della memoria era già noto. Noi abbiamo documentato per la prima volta uno specifico effetto sulla riduzione dell'”oblio” a oltre 24 ore di distanza”.
Durante i test, alcuni volontari hanno assunto 200 mg di caffeina. I ricercatori hanno osservato che la sostanza riusciva a “fissare” la memoria e a contrastare l’accumulo nel cervello e nei vasi sanguigni della proteina beta amiloide, responsabile della formazione delle placche amiloidi che incidono in maniera decisiva nell’insorgere dell’Alzheimer.
Un gruppo di ricercatori della University of South Florida ha poi somministrato la caffeina a topi da laboratorio, riscontrando un calo ematico e cerebrale significativo della proteina beta amiloide. L’esperimento, suddiviso in due distinti studi coordinati dal dott.Huntington Potter, valuta l’incidenza preventiva della caffeina sull’Alzheimer al netto di altri fattori come la dieta, l’attività fisica e lo stile di vita. Questo è stato possibile modificando geneticamente i topi da laboratorio, in maniera da renderli soggetti a perdite di memoria simili a quelle riscontrabili nell’Alzheimer, e osservando poi come la caffeina interagiva col loro organismo. I roditori mostravano deficit mnemonici a 18-19 mesi, corrispondenti ai 70 anni nell’uomo.
In futuro si potrebbero testare anche sull’uomo le virtù anti-Alzheimer della caffeina: il National Research Council della National Academy of Sciences ritiene che questa sostanza non dovrebbe essere nociva se assunta in queste quantità moderate. Considerando, ovviamente, le dovute eccezioni come le donne incinte e gli ipertesi, per i quali caffè, tè e affini vanno assunti con parsimonia.
Usare il caffè per la cura delle piante e per allontanare gli insetti
I fondi di caffè sono degli ottimi fertilizzanti e possono essere utilizzati come concime dato che al loro interno contengono sostanze come calcio, azoto, potassio e magnesio. Basta spargerli nel vaso o impastarli con il terreno. Inoltre sono perfetti per allontanare gli insetti, sono infatti acidi e per questo tengono lontane formiche e lumache. Possono essere sparsi nei punti critici della casa dove solitamente si trovano insetti o utilizzati come pesticidi naturali per le piante.