IN GIRO PER IL MONDO
La prima tappa importante della diffusione del caffè nel mondo fu il passaggio del mar Rosso, dalla culla d’Etiopia allo Yemen. Nei primi anni del secolo XVII, al primitivo mercato orientale del caffè nello Yemen si sostituì poco a poco quello delle grandi compagnie marittime europee. Fondata nel 1600 a Londra, la East India Company fu la prima a inviare le sue navi sulla rotta delle Indie e nove anni più tardi fu la prima ad attraccare a Moka. Ma furono soprattutto i mercanti della Compagnia olandese delle Indie Orientali a guadagnarsi la fiducia dei governanti di Moka. In attesa che il proprio caffè soppiantasse quello yemenita, la Compagnia olandese aprì sulle coste del mar Rosso un proprio magazzino per esportare caffè in Olanda e nei suoi possedimenti asiatici. Alla fine del XvII secolo, poi, furono impiantate coltivazioni di qualità Arabica a Giava, a Sumatra, a Ceylon e infine in America, nel Suriname e in Guiana Olandese. In pochi anni le colonie olandesi divennero i primi fornitori di caffè, a danno dell’Arabia che perse la posizione di monopolio.
Nei secoli XVII e XVIII, Amsterdam conobbe un’importante attività legata al trasporto e al commercio del caffè: vi si scaricavano le merci provenienti dallo Yemen e dalle lontane colonie asiatiche, si organizzavano aste e si costruivano le grandi navi per la potente Compagnia olandese. L’esempio degli olandesi venne ben presto seguito dai francesi e inglesi. La Francia iniziò a coltivare il caffè nelle Antille. In Martinica, nel 1720, vennero importate due piante, generate da un arbusto donato al re di Francia dal sindaco di Amsterdam, che presto si acclimarono nella colonia. Dieci anni dopo i coloni furono in grado di esportare per la prima volta il caffè, le cui piantagioni si estesero successivamente anche a Guadalupa e Santo Domingo. Successivamente, a seguito di una rivolta degli schiavi, che incendiarono le piantagioni e presero il controllo di Santo Domingo, la Francia perse il primato come produttore mondiale di caffè. Nel 1600 e 1700, a sottolineare la supremazia francese nel commercio del caffè, il porto di Marsiglia fu per lungo tempo il centro strategico dell’importazione, al punto che all’inizio del XVIII vi furono convogliate in esclusiva le navi dell’Arabia in arrivo dal porto di Moka. Nel solo anno 1660 vi vennero scaricati 19.000 quintali di Moka egiziana, di cui un terzo destinato ai provenzali e il resto riesportato verso il Nord Italia, la Svizzera e l’Europa settentrionale. Nel secolo XIX Bordeaux e Le Havre divennero i principali porti d’importazione francese per il caffè e ricevevano i chicchi soprattutto dalle Antille e dalle colonie francesi in Africa. In Italia, invece, il primo grande porto a ricevere il caffè fu Venezia. Agli inizi del ‘700 il caffè arrivò anche in Brasile e fu poi piantato in Messico e Venezuela. Solo alla fine del secolo sbarcò in Colombia, oggi il secondo produttore mondiale dopo il Brasile, ma primo per qualità. La diffusione dei chicchi di caffè in Africa è invece un evento abbastanza recente. Per ironia della sorte, sebbene fosse originario del continente africano, il caffè ha compiuto l’intero giro del mondo prima di essere reintrodotto in questi territori, grazie anche al contributo dei missionari che si adoperarono per la prosperità delle piantagioni.